Quando si parla di depressione, all’interno della cultura popolare, si intende uno stato di tristezza o sconforto che ci causa un disagio significativo. Nonostante la realtà non sia poi tanto lontana da questa idea, è necessario fare alcune precisazioni. La depressione è un disturbo dell’umore, cioè una variazione significativa di quell’aspetto psicologico che conferisce il colore emotivo alle nostre esperienze.

NELLE SERIE TV:

Uno dei personaggi più conosciuti che ha un problema di depressione (oltre a molti altri a dire il vero) è Bojack Horseman dell’omonima serie. Bojack si trova ad affrontare il calo della propria notorietà e fatica a trovare un altro obiettivo nella propria vita. Così mostra molti sintomi di un disturbo depressivo: deflessione dell’umore, diminuzione di interesse per gran parte delle attività, ipersonnia, affaticabilità e mancanza di energia, ecc.

NEL CINEMA:

Ci sono molti film che trattano del tema della depressione. Ad esempio, “Blue Jasmine”, con Cate Blanchett, tratta della storia di una donna alle prese con grossi cambiamenti esistenziali che le fanno mettere in discussione la propria vita e le causano uno stato depressivo importante. Anche nel film “The hours” si tratta di questo tema, servendosi della storia di Virginia Woolf che soffriva realmente di un disturbo depressivo. Infine, il film “Melancholia” di Lars Von Trier dipinge una metafora della sensazione e dell’immobilità che si può sperimentare quando si soffre di depressione.

NELLA LETTERATURA:

La depressione è stata al centro di molti romanzi e opere letterarie, come “I dolori del giovane Werther” di Goethe, oppure “Norwegian wood” di Murakami.

I due disturbi principali all’interno della categoria dei Disturbi depressivi sono: il disturbo depressivo maggiore e il disturbo depressivo persistente. Il disturbo depressivo maggiore si diagnostica se in un periodo di due settimane sono stati presenti alcuni sintomi quali:

  • Umore depresso
  • Perdita di interesse o piacere per gran parte delle attività
  • Insonnia o ipersonnia
  • Faticabilità o mancanza di energie
  • Ridotta capacità di concentrazione

Inoltre, questi sintomi devono presentarsi come un cambiamento rispetto al livello precedente di funzionamento (DSM 5; 2013).

Il disturbo depressivo persistente, invece, ha sintomi simili al disturbo depressivo maggiore, ma per un periodo di almeno 2 anni. I sintomi devono essere presenti tutti i giorni per la maggior parte del giorno.

Chiaramente entrambi i disturbi analizzati influiscono pesantemente sulla vita di tutti i giorni, sia a livello relazionale che lavorativo.

È importante intervenire con un sostegno psicologico per poterli gestire e risolvere nell’ottica di una riapertura degli orizzonti che sembrano congelati nell’immobilità depressa.

Giulia Antonellis

Psicologa, Neuropsicologa, Psicoterapeuta Cognitivo Neuropsicologica Varese

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